Il mercato del pesce è il quarto nel mondo per importanza e fornisce ogni anno 6,4 milioni di tonnellate di pesce. Ma cosa c'è dietro a questo immenso mercato che porta sulle tavole squisite prelibatezze dei mari e degli oceani?

Ovviamente esistono molte normative e regolamenti che tentano di tutelare la conservazione dell'ambiente marino e del pescato, la modalità con cui i prodotti ittici vengono consumati e gli interessi non solo dei consumatori ma anche dei pescatori. Si può però affermare che rimane ancora molto da fare. 

Già nel 2013 il Consiglio e il Parlamento avevano raggiunto un accordo sulla PCP (Politica Pesca Comune) con lo scopo di promuovere la sostenibilità a lungo termine delle attività di pesca e di acquacoltura sotto il profilo ambientale, economico e sociale.

Con la nuova normativa, che conta sul sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, si realizzeranno diversi progetti volti a:

  • introdurre tecniche di pesca innovative,
  • creare nuovi sbocchi per i prodotti del mare,
  • migliorare la qualità della vita nelle zone costiere.

Questo, si spera, aiuterà i pescatori a convertirsi a una pesca sostenibile e le comunità costiere a diversificare le loro economie. 

Alcuni concetti espressi da questa nuova regolamentazione, ad una prima lettura, sembrano quasi scontati e questo fa intendere quanto lavoro e impegno si debba ancora dedicare ed incrementare in questo campo. 

Ad esempio, uno degli obiettivi principali della PCP è quello di ridurre al minimo le catture indesiderate di pesci e il divieto del rigetto in mare introducendo così l'obbligo di sbarco (gradualmente introdotto tra il 2015 e il 2019). Lo scopo è non solo quello di fornire dati più precisi sulle catture ma anche di migliorarne la selettività, la pianificazione e la sostenibilità ambientale.

A tal proposito secondo un studio condotto dalla Fao un pesce su tre che viene catturato viene rigettato in mare o si deteriora prima di essere portato sulle tavole dei cittadini europei: questo accade perché da un lato vi è la mancanza di attrezzature adeguate al mantenimento del pesce fresco e dall'altro perché i pesci indesiderati, troppo piccoli o appartenenti a specie non commerciabili, vengono rigettati in mare.

Per far fronte a queste problematiche l'UE collabora con le agenzie Onu per garantire una regolamentazione trasparente e sostenibile per le acque di tutto il mondo e per garantire che le risorse ittiche non siano oggetto di sovrasfruttamento.

Inoltre, grazie anche al progetto Fao, si stanno adottando misure per scoraggiare la pesca illegale e per far sì che il pesce pescato approdi a terra e non venga rigettato nelle acque.

Questo insieme di normative e di buoni propositi della PCP convogliano tutte le forze per il raggiungimento di un unico scopo: garantire la sostenibilità ecologica, sociale ed economica della pesca e dell'acquacoltura in modo che siano fonte di alimenti sani per i cittadini dell'unione europea, oltre a garantire un tenore di vita adeguato alle comunità di pescatori.

 

Fonte: www.nonsoloambiente.it